Rifugio Castelberto

Rifugio Castelberto

Ridotto di Malga Pidocchio

 

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Sul percorso di ritorno, vicino alla Malga del Pidocchio, notiamo un'area rocciosa delimitata da una palizzata che attira la nostra attenzione.

In alto Malga Pidocchio, a destra il complesso di rocce

In alto Malga Pidocchio, a destra il complesso di rocce

Il Ridotto di Malga Pidocchio

Il Ridotto di Malga Pidocchio

Un tabellone all'interno del recinto spiega la natura di quel luogo

Il sito

Il sito

Tabellone

Tabellone

 

Siamo di fronte a quello che in termini militari viene definito un Ridotto, ovvero un complesso militare strutturato per difendere un punto strategico in appoggio ad un complesso più grande. 

La particolarità è che il complesso è stato costruito adattando, scavando e modellando un sito roccioso tipico di questo ambiente. Questo sistema è molto adottato in ambito militare perché presenta alcuni vantaggi, con lo sfruttamento e adattamento di una risorsa già esistente si minimizzano i costi, si hanno tempi di esecuzione più veloci e un minore impatto visivo. Ecco perché è stato scelto questo sito.

1- Ingresso 2- Galleria di collegamento 3- Scale 4- Nido di mitragliatrici 5- Riservetta per munizioni 6- Postazione obice di piccolo calibro 7- Postazione per fucilieri  8- Cisterna  9- Infermeria  10- Alloggio gruppo elettrogeno  11- Ingresso gallerie  12- Punti di osservazione in galleria

1- Ingresso 2- Galleria di collegamento 3- Scale 4- Nido di mitragliatrici 5- Riservetta per munizioni 6- Postazione obice di piccolo calibro 7- Postazione per fucilieri 8- Cisterna 9- Infermeria 10- Alloggio gruppo elettrogeno 11- Ingresso gallerie 12- Punti di osservazione in galleria

Dalla legenda e dal rilievo del sito grande all'incirca 90 per 60 metri, vediamo che è dotato di un ingresso e una serie di gallerie di collegamento che si snodano nel complesso per raggiungere postazioni per fucilieri, mitragliatrici e per obici, era dotato inoltre di una cisterna, un'infermeria, gruppo elettrogeno, riservette per munizioni e depositi, nonché di punti d'osservazione per controllare la zona.

Da queste immagini è facile capire quanto era mimetizzato il piccolo fortino

Da queste immagini è facile capire quanto era mimetizzato il piccolo fortino

Verso l'ingresso del ridotto

Verso l'ingresso del ridotto

Conformazione rocciosa della zona

Conformazione rocciosa della zona

Il Ridotto di Malga Pidocchio - Dorsale di Castelberto

Il Ridotto di Malga Pidocchio - Dorsale di Castelberto


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Storia:

La Lessinia è da sempre una terra di confine; allo schiudersi del XX secolo la divisione di questo territorio tra Regno d'Italia e impero austro-ungarico, era indicata da una serie di cippi settecenteschi che risalivano il versante sinistro della Val d'Adige per poi attraversare tutto l'altopiano caratterizzato, allora come oggi, da una complessa rete di Malghe. Ancor prima dello scoppio della Grande Guerra, la Lessinia, per la sua posizione strategica di vicinato con lo scomodo alleato asburgico, andava a caratterizzarsi per la presenza di alcuni importanti forti, ma fu solo con l’entrata in guerra dell'Italia nel 1915 che il confine si militarizzò pesantemente, diventando il “Sistema Difensivo Sinistra Adige”.

Dopo gli iniziali successi italiani del 1915, che spostavano di fronte a sul Carso, l'altopiano tornò a ricoprire un ruolo importante nel 1916 quando si iniziò a presagire quella che passerà alla storia come "Strafexpedition" (spedizione punitiva) che prese il via il 14 maggio dopo un imponente bombardamento ben udibile nelle postazioni di difesa della Lessinia. L'offensiva austriaca venne fermata a Passo Buole, proprio dinanzi alle truppe schierate sull'Altopiano, che rimase così relativamente tranquillo mantenendo le posizioni fino al termine del conflitto. Dopo la rovinosa sconfitta di Caporetto del 1917, la Lessinia tornò a essere una zona militarmente strategica; l'alto comando decise di farne una sorta di immensa caserma, difesa da tre linee di sbarramento, che ospitava migliaia di soldati e di Civili militarizzati i quali realizzarono, tra le altre opere, decine di chilometri di strade che ancora oggi rappresentano il principale sistema viario del territorio.

Il ridotto del pidocchio in comune di Erbezzo era parte di uno dei capisaldi della seconda linea di difesa, detta dei contrattacchi; l’altura è di fatto un'isola di rosso ammonitico, roccia sedimentaria tipica della Lessinia, solcata da strette fessure frutto di una lenta e costante azione di erosione. Per la sua posizione strategica questa formazione rocciosa fu trasformata in fortezza dal Regio esercito, che provvide ad allargare i varchi costruendo sei trincee, una postazione da obice, un centro di medicazione e numerosi posti di osservazione, piazzole coperte e nidi di mitragliatrice La struttura è stato oggetto di un intervento di recupero realizzato tra il 2013 e il 2014 dalla sezione di Verona dell'Associazione Nazionale Alpini, dal Parco Naturale Regionale della Lessinia, dalla Comunità Montana e dalla Regione del Veneto, con il contributo del BIM Adige. Oggi rappresenta sicuramente un primo ed efficace esempio di valorizzazione ideato per preservare la memoria della Grande Guerra e un valore aggiunto per lo sviluppo della Lessinia e del suo Parco Naturale Regionale.

Il successo dell'intervento è testimoniato dal numero sempre crescente di scolaresche, appassionati e semplici curiosi che provano l'emozione di perdersi nel dedalo di cunicoli della fortezza di pietra del Pidocchio.

 


Data visita: 12/03/2023
Data pubblicazione: 19 Marzo 2023

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