Il Pozzacchio è sempre stata una costruzione anomala da definire come "forte". Ma questo era il suo scopo e fù progettato come tale.
Potremmo paragonarlo ai sistemi di fortificazioni in galleria come si trovano sul vicino Pasubio o sul Grappa, ma non è proprio così ...
Il fascino di questa fortificazione è proprio nelle sue grandiosi gallerie che non hanno eguali sulle fortificazioni della zona. Quindi, zaino in spalla (con un maglioncino che ci servirà per la visita all'interno) e partiamo alla riscoperta di questa opera della Grande Guerra.
Forte Pozzacchio - Piantina
Forte Pozzacchio - inizio percorso a piedi
Questo il primo avvertimento che si trova all'inizio del percorso:
Il forte si raggiunge a piedi percorrendo la strada militare realizzata dal genio austro-ungarico a partire dal 1912. Il tragitto richiede circa 20 minuti. Si raccomanda di indossare calzature adeguate e di procedere mantenendo il lato a monte del tracciato restando al riparo delle protezione paramassi.
La visita al Forte richiede circa un'ora e 30 minuti. Considerata la temperatura e l'umidità nei locali interni, è consigliabile indossare una giacca.
Alcuni spazi del Forte sono visitabili solo con visita guidata (prenotazione obbligatoria). La biglietteria è posta in prossimità del forte.
Forte Pozzacchio - prima galleria
Camminando lungo la strada militare ci si rende conto che la protezione in rete posta sopra alle nostre teste è effettivamente di protezione, infatti già molti sassi sono adagiati sulla rete stessa.
Forte Pozzacchio - dettaglio della copertura di protezione alla strada
Forte Pozzacchio - seconda galleria
Dopo i venti minuti indicati ad inizio percorso si arriva al forte.
Forte Pozzacchio
Una tettoia comincia già a raccontarci la storia del forte e del suo restauro.
Forte Pozzacchio - veduta verso il parcheggio
Forte Pozzacchio - tettoia informativa
Forte Pozzacchio - modello del forte in sezione
Dalla parte opposta dell'area informativa si intravedono i resti della caserma.
Forte Pozzacchio - caserma
Biglietteria e bar.
Forte Pozzacchio - biglietteria e bar
Inizia la visita.
Dalla biglietteria, si prosegue la strada militare, si oltrepassa la croce e sia arriva subito al fossato di gola, la prima difesa dagli attacchi della fanteria.
Forte Pozzacchio - strada di accesso
Forte Pozzacchio - fossato di gola
Questo fossato è decisamente unico e caratteristico. Largo 8 metri e lungo 100 metri con un ponte in mezzo. Il ponte doveva essere provvisorio, da utilizzare per farci passare le cupole corazzate fino alla zona delle batterie, per poi essere abbattuto.
Forte Pozzacchio - fossato di gola, sotto il ponte
Subito dopo il ponte, sulla destra, si trova l'ingresso.
La visita prevede una parte esterna e una all'interno del forte; l'intero percorso richiede circa un'ora e 30 minuti (suggeriamo di seguire l'ordine numerico).
Il forte è articolato su tre piani.
La visita si sviluppa lungo il piano principale; il livello inferiore è riservato ai gruppi in visita guidata (prenotazione obbligatoria).
Considerata la temperatura e l'umidità nei locali interni, è necessario indossare giacca e calzature adeguate. Si raccomanda la massima prudenza per via della debole illuminazione, la presenza di gradini, l'irregolarità del suolo, superfici scivolose e si prega di attenersi alle norme di sicurezza indicate sul pieghevole di visita.
Forte Pozzacchio - ingresso
Nella precedente visita del 2005 l'interno non era illuminato. Una bella emozione, ma come sarà adesso?
Forte Pozzacchio
Forte Pozzacchio
Meraviglioso L'illuminazione, seppur tenue, è perfetta. Il restauro è stato fatto in modo impeccabile.
La maggior parte delle foto fatte internamente sono state scattate senza l'utilizzo del flash.
Forte Pozzacchio
Forte Pozzacchio
Forte Pozzacchio - Monte Zugna
La visita continua tra corridoi, scale, stanze e ogni tanto, qualche postazione di artiglieria o di riflettori, permette uno sguardo alla valle sottostante.
Forte Pozzacchio
Forte Pozzacchio
Forte Pozzacchio - Valmorbia
Forte Pozzacchio
Forte Pozzacchio - discesa verso l'uscita di sicurezza
Forte Pozzacchio
Forte Pozzacchio
Forte Pozzacchio
La casamatta permetteva la difesa del fossato e della porta d'ingresso.
Forte Pozzacchio
Forte Pozzacchio
Forte Pozzacchio
Forte Pozzacchio
Forte Pozzacchio
Un pozzo di 20 metri verso l'alto collega il piano principale con la zona delle cupole corazzate. Questo pozzo doveva contenere la scala e il montacarichi per le munizioni degli obici.
Saliamo la scala e ci troviamo sopra il forte. Ottima anche la nuova passerella
Forte Pozzacchio - scala per la passerrella
Forte Pozzacchio - passerella
Forte Pozzacchio
Forte Pozzacchio
Forte Pozzacchio
La visita all'interno è conclusa. Usciamo e saliamo sulla scala di fronte all'ingresso per poter avere altri aspetti del fossato e del "ponte".
Forte Pozzacchio - il ponte
Forte Pozzacchio - il ponte
Un ultima passeggiata lungo il fossato, ripensando alla bellissima esperienza e poi il ritorno.
Forte Pozzacchio - fossato di gola
Forte Pozzacchio - fossato di gola
Forte Pozzacchio
Scorrendo questa pagina troverete alcune informazioni storiche, per ulteriori dettagli visitate Storia del Forte.
Ulteriori foto della nostra visita.
Purtroppo le foto non posso dare tutte quelle sensazioni che si hanno percorrendo quelle gallerie. Il consiglio è di andarlo a visitare di persono.
Per informazioni turistiche, orari, prezzi e prenotazioni la pagina ufficiale del forte è: www.fortepozzacchio.it
Il forte Pozzacchio è stata la prima pubblicazione di Montagnando il 18 settembre 2006.
Come si raggiunge:
Risalendo la Vallarsa si arriva fino al bivio per Vanza e da qui al paese di Pozzacchio. Poco prima del paese sull'ultimo tornante a destra si arriva al parcheggio.
Le indicazioni non mancano e sono molto chiare.
Dal parcheggio si prosegue a piedi lungo la strada militare per circa 20 minuti.
Mappe Interattive:
SCHEDA PERCORSO | |
---|---|
Zona: | Piccole Dolomiti, Pasubio, Novegno |
Provincia / Comune: | Trento / Trambileno |
Categoria: | Fortificazioni |
Tipologia: | Paesaggistico, Storico, Panoramico |
Periodo storico: | Prima Guerra Mondiale |
Coordinate punto di arrivo: | 45.826403 - 11.088622 (45°49'35" N - 11°5'19" E) |
Coordinate parcheggio: | 45.833078 - 11.085621 (45°49'59" N - 11°5'8" E) |
Altitudine di partenza (m): | 750 |
Altitudine di arrivo (m): | 882 |
Dislivello (m): | 140 |
Difficoltà del percorso: | T - Turistico |
Ore a piedi: (andata e ritorno, esclusa visita) | 40 minuti |
Come si raggiunge: | A piedi, In mountain bike |
Storia:
(tratta dai tabelloni in loco)
Riporto alcune delle innumerevoli tabelle esplicative, per essere già informati prima della visita o per rileggerle se si è perso qualcosa durante la visita.
Forte Pozzacchio (Werk Valmorbia)
Forte Pozzacchio è l'ultima delle fortezze austroungariche realizzate tra '800 e inizio '900 sul confine del Trentino con il Regno d'Italia. Interamente scavata nella roccia, rappresentava la più moderna macchina da guerra della monarchia danubiana.
I lavori di costruzione del Forte iniziarono nel 1913 e proseguirono fino allo scoppio della guerra con l'Italia, ma l'opera non fu mai completata.
Abbandonato dall' esercito austro-ungarico, il 3 giugno 1915 venne occupato dai soldati italiani.
Con l'offensiva del maggio 1916 il forte ritornò in mano austriaca e vi rimase fino alla conclusione del conflitto.
Già fortemente danneggiato dai bombardamenti, nel dopoguerra venne completamente spogliato delle parti metalliche.
Il recente restauro, promosso dalla Provincia autonoma di Trento su progetto degli architetti Francesco Collotti e Giacomo Pirazzoli, hanno reso nuovamente visibile la struttura.
Forte Pozzacchio - foto storica
La macchina da guerra incompiuta
Il forte Pozzacchio rappresenta lo stadio più evoluto raggiunto dall'ingegneria Militare austroungarica.
Il progetto fu affidato al tenente Stephan Pilz che, per ragioni di economia e, contemporaneamente, per far fronte agli effetti distruttivi dei mortai da 30,5 cm, ideò una fortificazione realizzata quasi interamente in caverna. La spesa per la costruzione fu calcolata in 2,5 milioni di corone (secondo le stime della Banca Nazionale Austriaca corrispondenti a circa 12.750.000 euro).
Nel 1912 venne realizzata la strada di accesso; nel 1913 furono costruite le caserme, l'acquedotto e una teleferica per il trasporto di materiali. I lavori vennero affidati all'impresa trentina Zontini, che fece ricorso in primo luogo a manodopera locale, in seguito anche operai croati alloggiati nel paese di Pozzacchio.
Nel marzo 1914 nell'abitato scoppio un'epidemia di colera, che la stampa dell'epoca ritenne essere stata importata dai lavoratori "stranieri".
I lavori per la realizzazione del forte iniziarono la fine del 1913 con lo scavo del fossato e lo spianamento della sommità del dosso che avrebbe ospitato il forte. Il cantiere diretto dal tenente Alexander Ottopal, impiego circa 200 operai.
I lavori proseguirono anche dopo l'agosto 1914 con l'obiettivo di ultimare l'opera entro il luglio 1915. La carenza di manodopera e l'entrata in guerra dell'Italia nel maggio 1915 impedirono la conclusione dei lavori.
Il forte durante la guerra
Subito dopo la dichiarazione di guerra all'Austria, l'esercito italiano avanzò lungo la Vallagarina e la Vallarsa fino ad attestarsi, il 4 giugno 1915, sulla linea monte Altissimo - monte Vignola - Serravalle - Zugna Torta - Matassone - Pozzacchio - Pasubio.
Il 3 giugno il forte vento occupato dalle parti del 80° reggimento di fanteria della Brigata Roma.
Un anno dopo, l'offensiva austroungarica del maggio 1916 costrinse le truppe italiane ad abbandonare il forte. Il 28 giugno 1916 due battaglioni del 72° reggimento fanteria tentarono di riprenderlo. Mentre i fanti italiani occupavano la gola del forte impedendo alla guarnigione di uscire, una compagnia guidata dal tenente Enrich effettuò una sortita, aprendo il fuoco sugli italiani e impegnandoli in un furioso combattimento. Altri due plotoni austroungarici si lanciarono nel fossato costringendo i reparti nemici ad un veloce arretramento. I morti e feriti tra gli italiani furono 353, tra gli austriaci 174.
Tra il 1916 e il 1918 le linee italiane e scendevano dalle pendici dello Zugna all'abitato di Zanolli, attraversavano il fondovalle, risalivano il versante opposto all'altezza di Zocchio e raggiungevano il monte Trappola. La contrapposta linea austriaca correva parallela congiungendo le pendici settentrionali dello Zugna Torta, i paesi di Foppiano e Pozzacchio, il monte Spil e il Monte Corno.
Il forte rimase in mano austriaca fino alla conclusione del suo conflitto.
Forte Pozzacchio - scala temporale
Il sistema fortificato Adige-Vallarsa
Dal 1860 al 1914 il genio militare austro-ungarico creò in Trentino un complesso sistema fortificato.
Il generale Franz Conrad von Hotzendorf, capo di stato maggiore dal 1906 al 1917, contribuì progettando una modernissima cintura fortificata costituita da tre sbarramenti - Val d'Adige-Vallarsa, altipiani di Folgaria-Lavarone e Bassa Valsugana - in grado di appoggiare una possibile offensiva verso la pianura veneta.
Dopo il 1910 le linee fortificate di Folgaria-Lavarone e di Riva del Garda erano in fase di completamento e si cominciarono a progettare le opere dello sbarramento Adige-Vallarsa (Altissimo di Nago, Vignola, Zugna, Matassone, Pozzacchio, Pasubio), posto a cerniera tra quelle due aree.
Forte Pozzacchio - il sistema fortificato Adige-Vallarsa
Allo scoppio della guerra, nel luglio 1914, il forte Pozzacchio si trovava in uno stato avanzato di realizzazione; per i forti Vignola e Coni Zugna esistevano solo la strada di accesso, l'impianto idrico e le caserme; sull'Altissimo e sul Pasubio i lavori non erano ancora cominciati.
Tra l'estate è l'inverno 1914 viene realizzata una linea trincerata continua, dal Ortles alle Dolomiti di Sesto, battezzata Tiroler Widerstandslinie (linea di resistenza tirolese).
Al principio del 1915, in previsione dell'entrata in guerra dell'Italia, il Comando militare di Innsbruck dispose l'arretramento della prima linea della Vallagarina dal confine politico alla Val di Gresta, a Rovereto ed al Finonchio.
Anche forte Pozzacchio fu abbandonato.
Forte Pozzacchio - foto storica
Forte Pozzacchio - foto storica
Il restauro del forte
Già fortemente danneggiato dai bombardamenti austriaci del maggio 1916, nel dopoguerra il forte fu spogliato delle parti metalliche.
Radiato dal demanio militare nel 1927, passo al Provveditorato generale dello Stato; nel 1932 il materiale ferroso fu venduto al opera nazionale per il Mezzogiorno d'Italia. In seguito il forte fu ceduto a privati. Nel corso dei decenni continuò ad essere spogliato dall'azione dei recuperanti e i suoi dintorni utilizzati come pascolo.
Nel 2005 il comune di Trambileno ha acquistato il manufatto. Il suo recupero era cominciato nel 1998 con un finanziamento GAL-Leader II, su progetto degli architetti Francesco Collotti e Giacomo Pirazzoli. Il successivo restauro, sollecitato dell'amministrazione comunale e dall'Associazione "Il Forte", è stato deciso e finanziato dalla Soprintendenza Beni architettonici della Provincia autonoma di Trento, con la collaborazione del Museo Storico Italiano della Guerra. I lavori sono iniziati nel novembre 2010 e si sono conclusi nell'estate 2012, su progetto degli architetti Francesco Collotti e Giacomo Pirazzoli e la direzione lavori dell'architetto Sandro Aita.
Il restauro ha comportato la rimozione di detriti e la messa in sicurezza degli ambienti. Le baracche in legno previste nelle caverne sono revocate attraverso la pavimentazione metallica e la delimitazione perimetrale di alcuni vani. Una scala metallica raggiungere la parte sommitale del forte dove una passerella riproduce il corridoio che avrebbe dovuto collegare le cupole corazzate. Tutti gli interventi sono stati evidenziati in arancio, a memoria del cantiere.
Forte Pozzacchio - modello del forte in sezione
Le caserme
Il complesso del Forte comprendeva una caserma per i soldati è un villino per gli ufficiali in un punto defilato dal tiro delle artiglierie nemiche.
Nel novembre 1913 l'impresa Giovanni Zontini di Riva del Garda ultimò le costruzioni, che si aggiungevano alle strutture del cantiere: l'impianto idrico (con stazione di pompaggio presso malga Buse posta 1400 m slm, in grado di fornire 11,5 metri cubi d'acqua al giorno) , la cancelleria, la casermetta del picchetto di guardia, i depositi dei materiali, una funicolare con stazione di partenza sulla strada del fondovalle (portata 300 kg).
Per queste infrastrutture, compresa la strada d'accesso (4,8 km), l'erario militare spese 530.000 corone (secondo le stime della Banca Nazionale Austriaca corrispondono a circa 2.700.000 euro). Allo scoppio della guerra le caserme vennero incendiate e abbandonate; nel corso dell'offensiva austro-ungarica della primavera 1916 vennero bombardate è ridotto in macerie.
Forte Pozzacchio - le caserme
La memoria dei caduti
Nel secondo dopoguerra il parroco di Vanza-Pozzacchio, il padre francescano Policarpo M. Gottardi, si fece promotore della realizzazione nell'area del Forte di un monumento in ricordo dei caduti.
Il 22 luglio 1956 vennero inaugurati un altare e una croce commemorativa.
Nel 1976 è nata a Pozzacchio l'Associazione Culturale Ricreativa "Il Forte", che ha tra gli obiettivi principali la conservazione la e la promozione del forte, nonché la diffusione della memoria e le vicende avvenute in questi luoghi.
Nel 1982 nel fossato del Forte è stata posta una lapide con i versi di "Valmorbia" di Eugenio Montale, che in questi luoghi combatte in qualità di sottotenente del 158° reggimento di fanteria della Brigata Liguria.
Forte Pozzacchio - Valmorbia di Eugenio Montale
Il progetto
Il forte di Pozzacchio rappresenta lo stadio più evoluto raggiunto dell'ingegneria militare austroungarica. Il tenente Stephan Pilz progettò un'opera quasi interamente in caverna; erano in calcestruzzo solo la batteria per obici in cupola corazzata e la caponiera. Per difendere l'ingresso era previsto un profondo fossato, dal quale si accedeva all'interno del forte. Al livello del fossato una galleria a ferro di cavallo collegava i diversi ambienti scavati nella roccia: gli alloggi della truppa, i locali di servizio, le postazioni per mitragliatrici e riflettori.
Il Progetto prevedeva tre piani. Un pozzo verticale dava accesso all'area sommitale dove erano installati l'osservatorio e le artiglierie posizionate in cupole corazzate.
I lavori iniziarono alla fine del 1913 e proseguirono anche dopo l'agosto 1914 con l'obiettivo di ultimare l'opera entro luglio 1915. Nel maggio 1915, il forte non era ancora completato; allo scoppio della guerra con l'Italia venne abbandonato dai militari austriaci ed occupato nelle settimane seguenti dalle truppe italiane. Tornò in possesso dell'esercito austro-ungarico l'anno successivo.
Forte Pozzacchio - pianta storica
La difesa dell'ingresso
Per ostacolare un attacco delle fanterie nemiche venne realizzato un fossato di gola lungo 100 metri è largo 8. L'ingresso era protetto da una mitragliatrice e da un cannone da 7,5 cm in casamatta corazzata posta sul versante nord-orientale, e sul lato opposto da una seconda mitragliatrice. Il progetto prevedeva che l'area tra il forte le caserme fosse difesa da 2 mitragliatrici in postazioni sopraelevate collegate alla struttura interna attraverso delle scale a chiocciola.
Gli accessi erano chiusi da portoni blindati; due delle porte sono oggi conservate nel Museo Storico Italiano della Guerra.
Il "ponte" in roccia doveva servire per il trasporto delle cupole corazzate sulla sommità del forte, dopodiché sarebbe stato abbattuto. Le cupole corazzate non vennero tuttavia mai posizionate e il "ponte", durante la guerra, fu adattato a postazione di difesa (si può tuttora osservare una feritoia orientata verso il fianco orientale dell'opera).
Forte Pozzacchio - la difesa dell'ingresso
Il ponte
Il "ponte" in roccia che qui vediamo doveva servire per il trasporto delle cupole sulla sommità del forte. Il progetto del 1914 prevedeva il posizionamento sulla copertura della struttura di due obici da 10 cm e di un osservatorio di artiglieria le cupole corazzate girevoli. L'accesso a tali postazioni sarebbe stato garantito da una scala e da un montacarichi elettrico realizzato all'interno di un pozzo di 20 metri scavata nella roccia (dove oggi è stata posizionata la scala metallica).
Allo scoppio della guerra con l'Italia i lavori di costruzione non erano stati completati: le avancorazze delle cupole si trovavano nel cantiere, mentre le cupole corazzate non arrivarono mai al forte. Giunte a Trento, furono trasferite sull'altopiano di Vezzena dove però non trovarono una collocazione definitiva.
Nel maggio 1915 il forte venne abbandonato.
Il "ponte" in roccia non venne abbattuto e durante la guerra fu adattato a postazione di difesa (dal fossato si può osservare una feritoia orientata verso il fianco orientale dell'opera).
Forte Pozzacchio - il ponte
Forte Pozzacchio - il ponte
L'occupazione italiana del forte
Prima di abbandonare il forte, nel maggio 1915, gli austriaci incendiarono le caserme e misero fuori uso i macchinari di cantiere.
Il 3 giugno il forte venne occupato dalle reparti italiani dell'80° reggimento di fanteria della brigata Roma. Come testimoniano in una relazione italiana del giugno 1915, al loro arrivo i soldati trovarono molti materiali da costruzione e strumenti di lavoro. Sul cantiere erano rimasti un motore ad olio pesante, un impastatrice, un frantumatoio del pietrisco, argani per il sollevamento dei carrelli, binari a scartamento ridotto con piattaforme ecc.
Sul piazzale giacevano anche parti della cupola osservatorio e le avancorazze. La cisterna non era stata attivata.
Per rafforzare il versante rivolto verso Rovereto venne realizzata la fuciliera "Nuncibello", ancora visibile lungo la strada d'accesso, prima delle tettoie.
Forte Pozzacchio - foto storica
Forte Pozzacchio - foto storica
Il campo trincerato di Matassone
Il governo di Vienna aveva progettato la fortificazione della Vallarsa fin dagli inizi del '900. A tale scopo vennero progettati forti sul Pasubio, sullo Zugna e a Matassone (mai realizzati) e a Pozzacchio. A Matassone, sul versante opposto della valle di fronte a Pozzacchio, anziché un forte come inizialmente previsto, nell'autunno 1914 viene realizzato un campo trincerato, composto da due capisaldi circondati da fasce di reticolati, dotati di osservatorio, stazione per segnali ottici per le comunicazioni con il forte Pozzacchio e un ricovero in calcestruzzo armato per la guarnigione. Nel maggio 1915 l'esercito austro-ungarico decise di arretrare la propria linea fino all'altezza di Rovereto; tuttavia, durante l'offensiva del maggio 1916 riconquistò sia il forte di Pozzacchio e il campo trincerato di Matassone. Il 28 giugno 1916 con una controffensiva, l'esercito italiano rioccupò Matassone, mentre forte Pozzacchio rimase in mano austroungariche fino al termine della guerra.
Forte Pozzacchio - vista verso Matassone
Forte Pozzacchio - Matassone
Le postazioni in caverna
Anche le postazioni di artiglieria e per mitragliatrici vennero scavate nella roccia, orientate in direzioni diverse.
L'armamento comprendeva sei cannoni da 7,5 cm, 10 mitragliatrici da 8 mm M.07/12 Schwarzlose e 7 riflettori (uno da 21 cm, cinque da 35 cm ed uno da 90 cm). Sul fianco sinistro del forte erano previste quattro mitragliatrici (di cui due nella caponiera) e un riflettore da 35 cm.
Alle postazioni si accedeva attraverso brevi gallerie a linea spezzata, per limitare gli effetti di eventuali colpi penetrati attraverso le feritoie.
Dopo la riconquista austroungarica del forte nel giugno 1916, l'armamento si limito a due cannoni da 7,5 cm, due cannoni da 9 cm M.75/96, un cannone da 66/45 da marina su affusto a candeliere, sei mitragliatrici e due riflettori.
Forte Pozzacchio - foto storica
La vita nel forte
Il forte era progettato per ospitare 7 ufficiali e 236 soldati. Le caverne destinate ad alloggio avrebbero dovuto essere sostenute da volte in calcestruzzo dello spessore di 50 cm per
assorbire le vibrazioni dovute ad esplosioni ed evitare il distacco di frammenti di roccia. All'interno delle caverne era prevista la realizzazione di baracche in mattoni con copertura in travi di ferro, assi e lamiera; l'areazione era assicurata da mattoni forati, l'impermeabilizzazione da uno strato di isolante lungo le pareti. Un impianto elettrogeno da 100 cavalli avrebbe dovuto assicurare l'energia per il montacarichi, l'impianto di ventilazione, i riflettori e l'illuminazione interna ed esterna al forte. I locali dovevano avere un riscaldamento elettrico per evitare il ristagno di fumo all'interno delle gallerie.
Nella primavera 1915 non erano ancora stati realizzati né gli alloggi né l'impianto elettrogeno. Nel corso della guerra all'interno delle caverne vennero realizzate baracche in legno.
Forte Pozzacchio - progetto degli alloggi
Le postazioni in cupola
La difesa del forte doveva essere garantita da due obici da 10 cm M.14 con una gittata di 8 km, posti in cupole corazzate girevoli e orientati da un osservatorio ospitato in una terza cupola.
Le Cupole, prodotte dalle acciaierie Skoda, avevano uno spessore di 30 cm e pesavano 22,5 t. Poggiavano su un' avancorazza che rivestiva la circonferenza interna della postazione. La messa in batteria delle artiglierie e la copertura in calcestruzzo non vennero mai realizzate.
Per accedere alla sommità del forte era stato scavato nella roccia un pozzo di circa 20 metri, struttura unica nel panorama dell'architettura fortificata asburgica. Al suo interno erano previsti una scala e un montacarichi elettrico per il trasporto delle munizioni. Oggi una scala metallica, che segue grosso modo il progetto originario, permette di raggiungere l'area destinata ad ospitare le artiglierie e l'osservatorio in cupola. Da qui è possibile vedere il territorio lungo il quale correvano le linee dei due eserciti tra il 1916 e il 1918: il Pasubio, la Vallarsa e lo Zugna.
Forte Pozzacchio - progetto postazioni in cupola
Forte Pozzacchio - passerella zona cupole
Forte Pozzacchio - scala di accesso alla zona cupole
Data visita: 10/11/2005 - 23/07/2016
Data pubblicazione: Sept. 18, 2016
Autore: Corrado De Zanche