_menu.webp)
.webp)
Palafitte di Fiavé
Le palafitte in tutta la loro bellezza
La nostra meta é una passeggiata tra la natura del biotopo di Fiavé e alle Palafitte, poste entrambe poco fuori dal paese omonimo. É possibile visitare prima le Palafitte e poi il Museo sito in paese o viceversa percorrendo l'intero biotopo all'inverso.
L'ambiente del biotopo é molto vario, si passa dalla zona boschiva alla torbiera, attraversando campi coltivati.
.webp)
La zona boschiva
.webp)
La torbiera
.webp)
I Campi coltivati
La nascita di una torbiera é la conseguenza di un processo che prende avvio con l'interramento di uno specchio d'acqua o con l'impaludamento di una superficie asciutta. In entrambi i casi la prima fase é caratterizzata dalla presenza di uno strato di acqua libera e la sostanza organica depositata proviene in massima parte dal ciclo biologico delle alghe e degli organismi che vivono sul fondo (bentonici). Successivamente si osserva la comparsa di piante flottanti o radicate in acque relativamente profonde i cui depositi si innalzano progressivamente fino a raggiungere il pelo dell'acqua. Quindi la torbiera vera e propria inizia il suo sviluppo "semiterrestre" con la diffusione delle specie tipiche che radicano al di sopra del pelo dell'acqua. Si innesca una moderata sequenza stagionale di secca-ossigenazione seguita da una successiva fase di alluvione-anossia.
Con il passare del tempo la massa torbosa tende lentamente ad alzarsi per effetto del continuo deposito di nuova sostanza organica dando origine a cumuli, all'interno dei quali la torba degli strati sottostanti viene pressata dal peso del nuovo materiale di accumulo. La struttura fortemente igroscopica della torba fa sí che questi "cuscinetti" si imbevano d'acqua e costituiscano una sorta di spugna che da un lato trattiene l'acqua meteorica e dall'altro, per effetto della capillaritá, facilita la risalita della falda.
La condizione delle basse temperature é assolutamente fondamentale, dato che la solubilità dell'ossigeno nell'acqua aumenta col diminuire della temperatura. Quindi da un lato anche a discreta profondità nella zona alluvionata e gelida possono permanere condizioni di ossigenazione sufficienti alla crescita anche rigogliosa della vegetazione, (spesso acidificante) quando la crescita della vegetazione stessa provoca l'affondamento di quella morta, (compresi gli inclusi animali ed inerti) i materiali deposti scendono rapidamente nello strato anossico (e soprattutto acido) dove la vita anche batterica non é più possibile e dove i materiali sono intrappolati.
Una piccola foto dall'alto del nostro itinerario
.webp)
Itinerario delle Palafitte di Fiavé
Il nostro itinerario inizia nel bosco
.webp)
Itinerario nel bosco
.webp)
Itinerario nel bosco
.webp)
Itinerario nel bosco
.webp)
Itinerario nel bosco
Qui incontriamo subito i primi resti di antiche costruzioni
.webp)
Antiche costruzioni
.webp)
Antiche costruzioni
.webp)
Antiche costruzioni
.webp)
Antiche costruzioni
.webp)
Antiche costruzioni
.webp)
Antiche costruzioni
.webp)
Antiche costruzioni
Si arriva quindi ad un osservatorio, il primo, salendo sul quale é possibile osservare da una diversa prospettiva la disposizione degli abitati palafitticoli.
.webp)
Passerella al primo osservatorio
.webp)
L'osservatorio
.webp)
La vista
Da qui fino alle palafitte vi é una distesa di prati
.webp)
I prati prima delle Palafitte di Fiavé
Si arriva quindi ai resti delle palafitte immerse nell'acqua. Scoperte già nella seconda metà del 1800, quando nel lago si iniziò a estrarre la torba, fu però solo quasi un secolo dopo che si iniziarono ad eseguire delle campagne archeologiche mirate ed approfondite.
.webp)
Le Palafitte di Fiavé
.webp)
Le Palafitte di Fiavé
.webp)
Le Palafitte di Fiavé
.webp)
Le Palafitte di Fiavé
.webp)
Le Palafitte di Fiavé
.webp)
Le Palafitte di Fiavé
Tra il 1969 e il 1987 le ricerche promosse dall'Ufficio Beni Archeologici di Trento, portarono allo scoperta di numerosi e rarissimi reperti, grazie ai quali si é confermata la presenza umana, anche se in maniera discontinua, dal VII millennio a.C. fino alla seconda metà del I millennio a.C., attraverso una serie di insediamenti successivi che si sono modificati nel tempo. Data la particolarità del sito sono stati rinvenuti anche numerosi reperti organici come strumenti ed utensili in legno o in fibre intrecciate, oltre a manufatti ceramici e in metallo.
L'importanza di questi ritrovamenti e gli studi che ne sono derivati hanno fatto si che il complesso delle "Palafitte di Fiavé" entrasse a pieno titolo nella lista dei siti archeologici inseriti dal Patrimonio Mondiale dell'Unesco come "Sito palafitticolo preistorico dell'arco alpino".
.webp)
Le Palafitte di Fiavé
.webp)
Le Palafitte di Fiavé
Si continua lungo la passerella verso il museo
.webp)
Passerella verso il museo
.webp)
Passerella verso il museo
.webp)
Passerella verso il museo
.webp)
Passerella verso il museo
Il secondo osservatorio
.webp)
L'altro osservatorio
.webp)
L'altro osservatorio
Ancora qualche paesaggio
.webp)
Paesaggi
.webp)
Paesaggi
.webp)
Paesaggi
A metà del percorso tra il museo e le nostre palafitte si arriva a questa chiesetta.
.webp)
La chiesetta
La vista verso le palafitte
.webp)
I campi attorno alle Palafitte di Fiavé
.webp)
I campi attorno alle Palafitte di Fiavé
La sede del museo visto dall'esterno
.webp)
La sede del Museo
.webp)
La sede del Museo
.webp)
La sede del Museo
.webp)
La sede del Museo
.webp)
La sede del Museo
Sul retro del museo si incontrano delle piccole case per volatili
.webp)
Casette per volatili
.webp)
Casette per volatili
.webp)
Casette per volatili
Il Museo
La visita del museo inizia da questa sala
.webp)
Prima sala del museo
.webp)
Prima sala del museo
Nella sala successiva troviamo delle riproduzione con le stratigrafie del terreno. Qui é possibile osservare la composizione del terreno sul fondo del lago. Un murales indica i siti delle palafitte.
.webp)
Stratigrafie del terreno
.webp)
Oggetti rinvenuti sul fondo
.webp)
Stratigrafie del terreno
Scendendo qualche gradino ci troviano in un grande sala con espositori in vetro che espongono vari reperti rinvenuti nel lago. Ai lati, delle teche scorrevoli con informazioni, per approfondire gli argomenti.
.webp)
Pannelli informativi
.webp)
Pannelli informativi
.webp)
Reperti esposti
.webp)
Reperti esposti
.webp)
Reperti esposti
Ora si passa al piano superiore
.webp)
L'interno del museo
Quello che colpisce in questo piano é il grande plastico con la riproduzione delle palafitte e della vita quotidiana
.webp)
Vista del plastico
Il plastico in tutta la sua bellezza
.webp)
Particolari del plastico
.webp)
Particolari del plastico
.webp)
Particolari del plastico
.webp)
Particolari del plastico
.webp)
Particolari del plastico
.webp)
Particolari del plastico
.webp)
Particolari del plastico
Molti sono i disegni che illustrano e spiegano vari momenti di vita
.webp)
Disegni esplicativi
.webp)
Disegni esplicativi
.webp)
Disegni esplicativi
.webp)
Disegni esplicativi
Anche le teche con i reperti sono ben curate e descritte
.webp)
Reperti esposti
.webp)
Reperti esposti
.webp)
Reperti esposti
.webp)
Reperti esposti
.webp)
Reperti esposti
Sono presenti inoltre delle riproduzioni a grandezza naturale, per focalizzare attimi di quotidianità
.webp)
Attimi di quotidianità
.webp)
Attimi di quotidianità
.webp)
Attimi di quotidianità
.webp)
Attimi di quotidianità
Storia:
Le giudicarie esteriori sono ricche di storia millennaria anche grazie a quello che era il lago Carera, del quale ora non rimane che una torbiera, era infatti un piccolo lago di origine glaciale formatosi circa 15.000 anni fa. Le più antiche tracce della presenza umana sono datate al VII millennio a.C. Il primo insediamento stabile é invece collocabile nella I metà del IV millennio a.C. (Tardo Neolitico) Di tale insediamento rimangono le tracce di capanne erette anche lungo la sponda lacustre, resa edificabile da una bonifica effettuata con tronchi di larice, pino e frasche.
Quasi due millenni dopo, verso la fine dell'antica età del Bronzo (XVIII-XVII sec.a.C.) furono edificati due nuclei abitati, uno dei quali occupato anche allinizio della media età del Bronzo (Fiavé 4 e 5; XVII-XVI sec. a.C.). Entrambi furono realizzati secondo il classico modello delle palafitte in elevato sull'acqua. Se ne conservano soprattutto i pali portanti, prevalentemente in abete rosso e larice, alcuni di oltre 9 metri di lunghezza.
Dopo labbandono del villaggio sullacqua fu rioccupata la zona del precedente villaggio neolitico. Il nuovo insediamento (Fiavé 6; XV-XIV sec.a.C.) presenta molteplici e originali soluzioni strutturali: su terreno asciutto, lungo la sponda e oltre la linea di riva. In questultimo caso i pali verticali, che dovevano sorreggere le piattaforme sull'acqua, erano vincolati ad una maglia ortogonale di tronchi e travi adagiati sul fondo lacustre.
Con l'età del Bronzo recente (XIII sec.a.C.) si ha la fine degli abitati palafitticoli, ma non l'abbandono dell'area. Sul Dos Gustinaci, rilievo morenico al margine meridionale del bacino, sono infatti stati ritrovati terrazzamenti e tracce di abitazioni a pianta rettangolare, ultime testimonianze della presenza stabile dell'uomo in prossimità del lago.
A partire dal Bronzo finale e soprattutto nel corso della seconda età del Ferro (II met del I millennio a.C.) larea é ancora episodicamente frequentata dalluomo, come indicano rinvenimenti di armi, falci, ceramiche e resti umani. Unipotesi recentemente avanzata propone di interpretare tali materiali come testimonianze di pratiche di culto, oggi di tutto ciò rimangono solamente due zone visibili, una nel tratto boschivo, con delle palafitte rialzate dal terreno e l'altra nella torbiera, vi sono anche altre zone ricche di testimonianze ma sono nel biotopo e quindi con l'impossibilità di effettuare degli scavi.
Collocazione geografica:
Ci troviamo nella parte meridionale del Trentino Alto Adige, nella valle che dal Lago di Garda sale a Ponte Arche. Fiavé é situato nelle giudicarie esteriori, l'area del Biotopo si trova ai piedi del Monte Cogorna e accanto al Monte Misone, la zona un tempo occupata dal lago Carera.
Come si raggiunge:
Da Trento seguite le indicazioni per Riva del Garda. Una volta arrivati alle Sarche c'é il cartello che indica per le "Palafitte di Fiavé", giunti poi a Comano Terme (Ponte Arche) continuate a seguire le indicazioni per le "Palafitte di Fiavé". Una volta arrivati nel paese omonimo potrete parcheggiare l'auto davanti alla chiesa e come prima destinazione troverete a pochi metri il museo, altrimenti tenete le indicazioni per il lago di Tenno e poco fuori dal paese troverete sulla destra un'area parcheggio e pic-nic e da lì partirà un sentiero per l'inizio delle palafitte.
Tempi di percorrenza:
Il tempo di percorrenza può variare e ci sono varie possibilità: é possibile scegliere di visitare prima il Museo e poi il biotopo con le Palafitte o viceversa. Il museo é visitabile in un'ora circa come anche il biotopo.
Mappe Interattive:
Posizione del primo parcheggio e inizio del sentiero per le palafitte
SCHEDA PERCORSO | |
---|---|
Zona: | Adamello-Brenta, Paganella - Bondone - Baldo - Garda |
Provincia / Comune: | Trento / Fiavé |
Categoria: | Montagne |
Tipologia: | Naturalistico, Storico, Culturale |
Coordinate punto di arrivo: | 45.990725 - 10.831690 (45°59'26" N - 10°49'54" E) |
Coordinate parcheggio: | 45.984748 - 10.825961 (45°59'5" N - 10°49'33" E) |
Altitudine di arrivo (m): | 650 |
Difficoltà del percorso: | T - Turistico |
Ore a piedi: (andata e ritorno, esclusa visita) | |
Come si raggiunge: | A piedi, In auto, In mountain bike |
Data visita: 16/03/2014
Data pubblicazione: July 21, 2014
Autore: Denis B.
Coautore: Flavio Cattelan