
Non potendo salire sul Monte Venda, perché è zona militare, si può comunque aggirarlo completamente.
Purtroppo la segnaletica è assente o ingannevole e si è costretti ad andare un po' a caso. Certo è che non c'è il pericolo di perdersi se si rimane nei sentieri molto battuti, ma si rischia, come nel nostro caso, di sbagliare strada

Monte Venda
La partenza del nostro giro inizia dalla strada militare che porta in cima al Venda, dal primo tornante. Alcune cartine topografiche consigliavano il giro in senso antiorario e noi abbiamo seguito l'indicazione (per altro corretta).

Monte Venda
Imboccata la strada a fondo naturale che inizia dal primo tornante, si trova quasi subito l'indicazione del sentiero.

Monte Venda

Monte Venda

Monte Venda
Il percorso non si presenta difficile, ma qui una tabella molto forviante ci fa decisamente sbagliare strada

Monte Venda - tabella errata

Monte Venda

Monte Venda - strada chiusa, si torna indietro
In un incrocio a 4 vie la tabella indica di risalire, anche se il sentiero non sembra ben messo, ma noi ci proviamo trovandoci di fronte ad un cancello di accesso all'area militare. (Anche se ci sono aperture nella rete è comunque un'area militare, non entrate)
Quindi siamo tornati indietro e preso per logica il sentiero più battuto che rimaneva sempre in quota.

Monte Venda

Monte Venda

Monte Venda
Facendo il giro in senso antiorario abbiamo quindi deciso di tenere sempre il sentiero più battuto che porta a sinistra.

Monte Venda

Monte Venda

Monte Venda
E dopo la salita una piacevolissima e panoramica passeggiata pianeggiante.

Monte Venda

Monte Venda

Monte Venda
Siamo sotto la cima del Venda, tra i rami spiccano anche le antenne.

Monte Venda - antenne
Pietraia a destra, noi abbiamo continuato a sinistra.

Monte Venda
Ma le antenne fanno parte anche loro della caratteristica flora del Colli Euganei? Sono della specie Antennolus Ripetitorum?

Monte Venda

Monte Venda - antenne

Monte Venda

Monte Venda

Monte Venda

Monte Venda
In un punto il sentiero è stato praticamente nascosto dalla vegetazione. Alberi caduti nascondono quindi il passaggio e anche qui ci vuole un po' di sesto senso per capire da che parte andare

Monte Venda

Monte Venda

Monte Venda

Monte Venda

Monte Venda

Monte Venda
Un altro incrocio, ma stavolta non prendiamo il sentiero a sinistra che porta alle rovine del Monastero degli Olivetani.

Monte Venda - Monastero degli Olivetani

Monte Venda
Sempre a sinistra ci si ritrova sulla strada militare.

Monte Venda

Monte Venda

Monte Venda

Monte Venda

Monte Venda

Monte Venda
Perché è meglio fare il giro in senso antiorario? L'ultimo pezzo è una discesa molto ripida, ed è meglio affrontarla come discesa e non come salita
Come si raggiunge:
Dal centro di Teolo (PD) si prosegue sulla Strada Provinciale 43 per Castelnuovo. A Castelnuovo si gira a sinistra verso Torreglia e dopo 400 metri sulla destra si trova la strada militare che porta alla cima del Monte Venda (via Venda) ed è indicata proprio come strada militare. Dopo circa 1,5 Km si trova sulla destra un grande prato, la strada prosegue con una curva a destra e si arriva agli ultimi tornanti del Venda. Al primo di questi tornanti inizia il sentiero.
Mappe Interattive:
SCHEDA PERCORSO | |
---|---|
Zona: | Colli Euganei e Berici |
Provincia / Comune: | Padova / Teolo |
Categoria: | Montagne |
Tipologia: | Naturalistico, Paesaggistico |
Coordinate punto di arrivo: | 45.313484 - 11.689281 (45°18'48" N - 11°41'21" E) |
Coordinate parcheggio: | 45.319029 - 11.691068 (45°19'8" N - 11°41'27" E) |
Altitudine di partenza (m): | 550 |
Altitudine di arrivo (m): | 430 |
Dislivello (m): | 200 |
Difficoltà del percorso: | T - Turistico |
Ore a piedi: (andata e ritorno, esclusa visita) | 1 ora 30 minuti |
Come si raggiunge: | A piedi |
Natura e Ambiente:
Flora: (tratta dai tabelloni in loco)
Tra le piante spontanee che vivono nel territorio euganeo numerosissime sono quelle di notevole interesse per le applicazioni in campo officinale, medicinale e culinario.
Specie differenti, utilizzabili in tutto o solo in alcune loro parti, si trovano in ogni fascia vegetazionale, dallo strato erbaceo dei prati, coltivi e sottobosco, agli alberi e arbusti. Si tratta di essenze conosciute per il loro valore fin dai tempi antichi; infatti nel passato la medicina e molte tradizioni culinarie erano basate sull'utilizzo di ciò che la natura spontaneamente produceva.
Tra le piante officinali più conosciute ne esistono alcune facilmente coltivabili, rendendo la loro produzione interessante anche per l'economia dell'agricoltura in un territorio come quello del Parco Regionale dei Colli Euganei, improntato storicamente ai più conosciuti e presenti vigneti, uliveti e agli estesi seminativi di cereali. Una delle più note e familiari è la camomilla comune, spontanea ovunque nei substrati calcarei dei Colli, che possiede molte qualità, tra cui quella di digestivo e lenitivo. Della stessa famiglia, le Compositae, fanno parte anche la camomilla romana e l'assenzio impiegato per la produzione di caramelle e liquori. L'aromatico anice verde, ottimo come digestivo e analgesico e la profumata angelica, "erba degli angeli" negli orti degli antichi monasteri, appartengono alla famiglia delle Apiaceae e portano i loro fiori rosati in infiorescenza ad ombrello che raggiungono altezze discrete. Si segnalano inoltre il coriandolo, eccellente aromatico per carni usato anche in fitoterapia e profumeria, e il dragoncello specie impiegata come condimento e nella preparazione di bevande alcoliche, importata dall'Europa sud orientale e dall'Asia meridionale.
Appartengono alle Labiatae, piante con fiori dal tipico calice tubuloso portati generalmente su lunghe infiorescenze, l'issopo, dal quale si ricava tra l'altro un miele delicato; la comune lavanda dal tipico fiore di colore azzurro-violetto, la profumata maggiorana, ampiamente utilizzata in cucina come aromatizzante. Molto conosciute sono anche la melissa, la menta piperita, la salvia e il timo, tutte essenze impiegate per impreziosire il sapore degli alimenti, ma anche dotate di importanti proprietà utili per il corretto funzionamento del nostro organismo. Un cenno meritano la valeriana, che predilige i freschi terreni dei boschi, e la malva, i cui fiori e foglie vengono utilizzati prevalentemente in fitofarmacia e fitocosmesi; del cardo mariano, infine, comune nei prati aridi e soleggiati, si usano anche i semi, che possono avere ottimi effetti disintossicanti.
Nel territorio del Parco Regionale dei Colli Euganei la raccolta della flora spontanea commestibile è regolamentata in base alla Delibera del Consiglio n.3 del 03/03/1995 al fine di conservare l'equilibrio delle biocenosi vegetali e di assicurare la tutela, preservando tale risorsa da un eccessivo prelievo e salvaguardando, nel contempo, gli usi e le consuetudini degli abitanti residenti nell'area protetta.
Data visita: 25/04/2013
Data pubblicazione: April 27, 2013
Autore: Corrado De Zanche