
Siamo nel Bosco Nero di Cesuna, che già da solo merita una visita, dove il sentiero regala scorci incredibili tra tronchi, rami e fogliame. La salita non è molto impegnativa, tranne qualche piccolo tratto. Non scoraggiatevi

Monte Lemerle - Appostamento nella strada di accesso
Si cominciano a vedere già lungo il sentiero alcune postazioni a difesa del monte.
Si arriva in cima al monte, non aspettatevi di vedere il panorama, perché gli alberi coprono tutto. Nella cima due cippi ricordano le gesta dei grandi uomini che hanno difeso l'Italia. Oltre questa montagna il nemico non è passato

Monte Lemerle - Fine del sentiero

Monte Lemerle - Cippo commemorativo

Monte Lemerle - In cima al monte
Dopo un pensiero o una preghiera a quegli eroi ci si addentra ancora un po' nel bosco.
Si scopre un'area che doveva essere saldamente fortificata. Altissime trincee e tre grotte proteggevano le nostre truppe e rendevano il caposaldo inespugnabile.

Monte Lemerle - Trinceramenti

Monte Lemerle - Trinceramenti

Monte Lemerle - Trinceramenti
Le trincee arrivano ad altezze di 2-3 metri e le grotte sono molto ampie.

Monte Lemerle - Trinceramenti

Monte Lemerle - In grotta
Intorno alla cima altri rifugi e postazioni. Tentando una scorciatoia tra il bosco, con la brutta esperienza di una scivolata che quasi mi slogava un ginocchio, abbiamo rinvenuto un'altra grotta, rinforzata da una copertura in cemento armato, con due ingressi e molto ampia all'interno. Forse un deposito munizioni.

Monte Lemerle - Rifugio rinforzato

Monte Lemerle - Dentro al rifugio rinforzato

Monte Lemerle - Dentro al rifugio rinforzato
Aggiornamento del 2011.
Abbiamo rivisitato il Monte Lemerle dopo l'intervento di ristrutturazione dell'Ecomuseo della Grande Guerra.
A parte le tabelle indicative e storiche (leggi sotto) non sono stati fatti grandi interventi.

Monte Lemerle

Monte Lemerle
A selletta Lemerle è stata ripulita una trincea e una postazioni di mitragliatrice che, sinceramente, sembra più un'osservatorio.

Monte Lemerle

Monte Lemerle

Monte Lemerle

Monte Lemerle

Monte Lemerle

Monte Lemerle
Sulla cima del Lemerle non è stato fatto nessun tipo di intervento.

Monte Lemerle

Monte Lemerle
Invece, nota importante, è stato sistemato un sentiero che fa percorrere il giro completo del monte, segnalato da una piccola tabella (a volte poco visibile) e che porta al Comando Inglese del 9° Staffordshire Rgt. Nella precedente visita non era chiaro cosa fosse questa costruzione.

Monte Lemerle

Monte Lemerle

Monte Lemerle
Come si raggiunge:
Come si raggiunge:
Dal centro di Cesuna (VI) seguire le indicazioni per il Monte Zovetto (Ristorante Kubelek o British Cemetery). Parcheggiate nei pressi dei cimiteri di guerra Italiano e Inglese, e proseguite a piedi o in bici nella strada che sale a sinistra della chiesetta verso il rifugio Alpino. Un centinaio di metri dopo il primo tornante inizia a sinistra la strada verso il Monte Lemerle. La strada prosegue per circa 2 km fino alla cima del monte. Troverete un altro incrocio ma la strada è indicata chiaramente.
Mappe Interattive:
SCHEDA PERCORSO | |
---|---|
Zona: | Altopiano dei 7 Comuni o di Asiago |
Provincia / Comune: | Vicenza / Roana |
Categoria: | Montagne |
Tipologia: | Storico |
Periodo storico: | Prima Guerra Mondiale |
Coordinate punto di arrivo: | 45.836036 - 11.472552 (45°50'9" N - 11°28'21" E) |
Coordinate parcheggio: | 45.827609 - 11.461996 (45°49'39" N - 11°27'43" E) |
Altitudine di arrivo (m): | 1233 |
Difficoltà del percorso: | T - Turistico |
Ore a piedi: (andata e ritorno, esclusa visita) | 2 ore |
Come si raggiunge: | A piedi, In mountain bike, Con le ciaspole |
Altre Foto:

Monte Lemerle - Cippo

Monte Lemerle - Trinceramenti

Monte Lemerle - Rifugio in caverna

Monte Lemerle - In cavera

Monte Lemerle - Trinceramenti

Monte Lemerle - Momenti di gloria
Storia:
(da bollettini di guerra del 1916)
"Nella giornata di ieri l'avversario concentrò i suoi sforzi contro un breve tratto del nostro fronte a sud-ovest di Asiago. Dopo intenso bombardamento dense masse nemiche della forza di una divisione circa si lanciarono più volte all'attacco della nostra posizione di Monte Lemerle. Furono contrattaccate e respinte con gravissime perdite" (bollettino dell'11 giugno). - "Ulteriori particolari giunti mettono in rilievo il brillante successo delle nostre armi nei combattimenti del giorno 10 sul Monte Lemerle. Le valorose fanterie della brigata "Forlì" (43° e 44° reggimento) sostennero fieramente l'urto delle ingenti masse nemiche, giunte sul ciglio delle nostre posizioni. Indi le contrattaccarono e le dispersero inseguendole per lungo tratto con la baionetta alle reni".. Coadiuvarono la brigata "Forlì" reparti della "Piemonte". In uno dei nostri audaci contrattacchi, fu mortalmente ferito il maggior generale MARCELLO PRESTINARI, che in Eritrea, con il grado di Maggiore, dopo la battaglia di Adua, era rimasto a comandare il forte di Adigrat, difendendolo fino a quando non era venuto a liberarlo il generale Baldissera (bollettino del 12 giugno).
"Sull'altipiano di Asiago, dopo violenta preparazione delle artiglierie, masse nemiche valutate a 18 battaglioni attaccarono più volte il nostro fronte da Monte Paù a Monte Lemerle, con azione dimostrativa alle ali, decisiva al centro. Gli impetuosi assalti delle fanterie nemiche, preceduti e protetti da cortine di fuoco delle artiglierie, si infransero ogni volta contro le nostre linee, dinanzi alle quali l'avversario lasciò montagne di cadaveri. All'incontro un nostro contrattacco da Monte Lemerle ci procurò prigionieri ed una mitragliatrice " (bollettino del 16 giugno). - "A sud-ovest di Asiago, dopo violento bombardamento delle nostre posizioni da Monte Paù a Boscon, l'avversario lanciò ieri due attacchi in direzione di Monte Lemerle e Boscon. Con reiterati sanguinosi sforzi, le fanterie nemiche riuscirono per un momento a toccare la cima del Lemerle, ma furono subito sloggiate da un nostro contrattacco". (bollettino del 17 giugno). - "La persistente accanita lotta sulle posizioni da noi possedute lungo il margine meridionale della conca d'Asiago attesta che l'avversario persegue con ostinazione il concetto originario del suo piano offensivo. La sua costante tenace aggressività prova che gli avvenimenti sul fronte orientale non hanno moderato l'attività offensiva del nemico sul fronte del Trentino. Da questo nessuna sottrazione di forze finora egli ha effettuato, tanto meno agevolmente potrà sottrarne in avvenire di fronte alla nostra energica azione controffensiva in corso .... A sud-ovest di Asiago l'avversario rinnovò furiosi sforzi per aprirsi un varco nelle nostre linee, specialmente tra monte Lemerle e Monte Magnaboschi. Fu sempre respinto con gravissime perdite " (bollettino del 18 giugno).
Dalle tabelle trovate in loco
SELLETTA LEMERLE
L'idea della trincea e della vita che si faceva che domina l'immaginario collettivo è sicuramente quella di solchi fetidi, scavati alla meglio nel terreno e che non consentivano la più grama e difficile delle esistenze. Ciò è certamente vero per questo genere di fortificazione campale quando essa veniva realizzata in prossimità del nemico o in posizioni dominate ed esposte al tiro dell'artiglieria avversaria, dove semplicemente era venuta ad esaurirsi la spinta offensiva come durante la Strafexpedition della primavera del 1916.
Dopo la fine dell'offensiva e l'arretramento conseguente delle forze austro-ungariche sulla dorsale Val d'Assa-Zebio-Forno-Ortigara, la costruzione delle trincee venne invece in prevalenza affidata a reparti specializzati del genio. Le linee realizzate sull'Altopiano, come attestano i documenti e le foto dell'epoca ma anche i resti ancora visibili, erano quindi una serie di lavori campali eseguiti secondo progetti standard elaborati dai Comandi del Genio con lo scopo di assicurare ad un tempo la massima protezione possibile ai difensori, il miglior campo di tiro sul terreno antistante, con l'incrocio delle traiettorie delle armi di reparto, e, non ultimo, un livello di vita quanto meno accettabile e spesso confortevole per le truppe che avrebbero dovuto presidiare i lavori. E' il caso delle linee realizzate nel settore di Cesuna, dal Lemerle allo Zovetto, a partire dall'estate del 1916.
Nella primavera del 1918 ai reparti italiani subentrarono le unità del Corpo di Spedizione britannico che avviarono a loro volta una complessiva ristrutturazione delle prime linee secondo nuovi criteri tattici con la costruzione di postazioni fortificate, trincee trasversali, nuovi posti di osservazione e, data l'estrema vulnerabilità del settore in caso di bombardamento nemico, di numerosi ricoveri in caverna.
MONTE LEMERLE
Quella che oggi è un'altura completamente coperta dal bosco svolse nelle fasi cruciali dell'offensiva austriaca del maggio-giugno 1916 (la cosiddetta Strafexpedition) il ruolo di caposaldo di cerniera tra l'estremità occidentale del fronte di combattimento e la parte centro-orientale della difesa italiana, incentrata sui capisaldi del Kaberlaba e del Torle. A partire dal 6 giugno 1916 e, con diverse riprese, fino al 18 successivo il Lemerle venne attaccato dalla 34ª Divisione austro-ungarica, la famosa unità del Banato di Temesvar (l'attuale Timisoara), e battuto da tre brigate di artiglieria da campagna e dal raggruppamento pesante Janeka. Le forze italiane, sorrette da poca artiglieria e prive di adeguati trinceramenti riuscirono tuttavia a resistere e, dopo aver perso la cima in seguito ad un attacco del 24° Rgt. fanteria k.u.k. di Czernoviz, la riconquistarono con un contrattacco di due battaglioni di bersaglieri. Gli sforzi austro-ungarici per rompere il centro dello schieramento difensivo italiano erano, alla fine, risultati vani. Sul Lemerle e la sua cresta combatterono soprattutto i fanti della Brigata "Forlì" (43° e 44° Regt.). Così il loro comandante, il Gen. G. Franchi, ricorda quelle giornate di lotta:
"Dieci giorni e dieci notti di eroismo e di sacrificio avevano vissute quelle valorose truppe, in un continuo inferno di fuoco e di sangue, in una continua tragedia di lotta e di morte, con privazioni di rancio, colle labbra spesso riarse dalla sete e dalla febbre, prive di sonno e di riposo; nessuno, nessuno ebbe il pensiero alla fuga, alla diserzione, all'esonero."
POSTO COMANDO DEL 9° STAFFORDSHIRE RGT.
Ciascuna delle Divisioni britanniche inviate in Italia dopo l'offensiva austro-tedesca dell'autunno 1917 aveva alle proprie dipendenze un battaglione di Pionieri formato da unità appositamente addestrate per la costruzione delle difese campali.Uno di questi fu il 9° Battaglione del South Staffordshire Regiment, che aveva in questa zona il suo posto di comando, il quale prestò servizio sull'Altopiano con la 23ª Divisione contribuendo in prevalenza alla realizzazione di gallerie e postazioni in caverna nel settore compreso tra Cesuna e la strada del Barental.
Dopo aver contribuito a fronteggiare l'offensiva austriaca della Battaglia del Solstizio, nell'autunno il 9° Battaglione seguì la 23ª Divisione sul Piave dove, nel corso della Battaglia di Vittorio Veneto, partecipò allo sfondamento delle linee austriache.
La lapide con il fregio del Reggimento è una copia dell'originale conservato presso la cappella di S.Antonio situata all'ingresso della Val Magnaboschi.
Data visita: 05/08/07, 12/06/11
Data pubblicazione: Nov. 8, 2007
Autore: Corrado De Zanche